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NUOVE TERAPIE
E' ancora in fase di sperimentazione una macchina per Emodialisi che si può attaccare alla cintura.
La sperimentazione della “cintura dializzante” è stata avviata in USA e viene condotta anche all’ospedale San Bortolo di Vicenza presso il Dipartimento di Nefrologia Dialisi e Trapianto diretto dal professor Claudio Ronco, con cui Euroemergency ha stabilito contatti, ed è stata ulteriormente estesa al Royal Free hospital di Londra dove i primi risultati di fattibilità sono stati confermati. Lo ha annunciato al Congresso lo stesso Ronco che ha affermato:
“l’idea non è nuova ed era già stata proposta negli anni Ottanta da vari ricercatori senza che però si trovasse la via per una possibile realizzazioneper mancanza di soluzioni tecnologiche adeguate. E così la cosa è rimasta un sogno per lungo tempo sino a che il Professor Victor Gura, dell’ospedale Cedars Sinai di Beverly Hills, ha brevettato un sistema dializzante indossabile a cui lo staff di Vicenza e quello di Londra hanno poi collaborato per la realizzazione, la ottimizzazione pratica ele prove cliniche”.
Nel Marzo del 2011 , il Dottor Stefano Battista ha incontrato il Professor Victor Gura a Los Angeles, dove il clinico inventore vive . L'incontro, avvenuto per conto di Euroemergency, ha sortito l'interesse reciproco proprio in virtù della proposta della nostra Associazione di intraprendere un percorso attuativo di validazione ed applicazione traslazionale , affinchè potesse avvalorarsi il beneficio dell'effetto terapeutico sui pazienti, soprattutto quelli che maggiormente ne avrebbero potuto trarre vantaggio , essendo per caratteristiche di selezione inizale , ideali per l'adozione del device, comportando questo una discreta autonomia, potendosi conciliare con tutte le attività della vita quotidiana della persona .
Questa cintura ha le caratteristiche di un prototipo ed è assolutamente in fase sperimentale ; ne è stata ideata anche una variante a "giubbino" che una nota casa di produzione di abbigliamento tecnico sportivo, ha presentato proprio in Italia . L'apparato utilizza una pompa biventricolare che fa scorrere il sangue all’interno di un filtro che purifica il sangue. Il liquido filtrato viene in parte rigenerato da un sistema di cartucce assorbenti che rimuovono le tossine in parte viene scartato mantenendo il paziente in equilibrio idrico.
Per il momento la cintura è piuttosto ingombrante ma i progressi della miniaturizzazione e le nuove nanotecnologie offrono spunti promettenti per ridurre sia l’ingombro che il peso del dispositivo nel suo insieme e vi è una nuova versione già in fase di allestimento.
Si sta ora anche sperimentando questo sistema per la dialisi peritoneale.
La cintura, in questo caso, risulta molto più semplice in quanto il sistema è basato su un contenitore di cartucce sempre assorbenti ma atte a rigenerare il liquido che viene fatto ricircolare nella cavità addominale. Il sistema viene programmato e gestito da un mini computer che il paziente e/o il medico, possono usare anche per monitorare la terapia .
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I medici di Euroemergency propongono una tecnologia per l'Emodialisi domiciliare a dir poco... incoraggiante !
Un rivoluzionario dispositivo già in uso per l'emodialisi domiciliare negli USA ora disponibile anche in Italia
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Single-Cell, 42-plexed Protein Analysis Achieved with a New Microchip Technology |
Published: Tuesday, February 17, 2015 Last Updated: Tuesday, February 17, 2015 |
A novel microdevice capable of detecting 42 unique immune effector proteins has been developed. |
The laboratories of Drs. Rong Fan and Kathryn Miller-Jensen in Department of Biomedical Engineering at Yale University have invented a novel microdevice capable of detecting 42 unique immune effector proteins, a record number for a single-cell protein secretion assay; using the device, the team was also able to demonstrate that a phenotypically identical cell population still exhibits a large degree of intrinsic heterogeneity at the functional and cell behavior level. Developed and tested in collaboration with Assistant Professor of Biomedical Engineering, and molecular, cellular & developmental biology Kathryn Miller-Jensen, the device consists of a glass slide attached to a microchamber array; the glass slide is striped with 15 different bands of antibodies — three per band for fourteen of the stripes, with an additional control band. The bands change colors in the presence of various immune effector function proteins, including pro-inflammatory cytokines, chemokines, cytolytic enzymes, and growth factors. The researchers also used their device to generate novel insights into how immune cells respond to pathogens. In particular, distinct subpopulations of genetically identical immune cells exhibited varied reactions to pathogen stimulation — reactions that though diverse appeared dynamically structured instead of randomized. For example, the researchers identified one subpopulation that secreted a macrophage migration inhibitory factor that potentiates the production of a range of inflammatory cytokines. “This research opens the door for deep functional phenotyping and comprehensive dissection of immune functional states of single cells,” said Fan. “We hope that this might soon be a common tool in the clinic, where these capabilities could be key to, say, measuring the effectiveness and toxic effect of cancer immunotherapy on an individual patient. In this way, medicines might be tailored to the individual’s cellular activation for optimal results and minimal side effects. Additional authors of the research include Yao Lu, Qiong Xue, Markus R. Eisele, Endah S. Sulistijo, and Lin Han of Yale; Kara Brower of IsoPlexis; and El-ad David Amir and Dana Pe’er of Columbia University. This research resulted from a project funded through the NIH Program “Library of Integrated Network-based Cellular Signatures” for which Fan and Miller-Jensen were principal investigators. It was also supported by the DFCI Physical Oncology Cancer Center where Fan has been directing its Single Cell Analysis core. |
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